Un borgo, mille storie
Piccolo scrigno di leggende, Montemonaco regala al visitatore una natura incontaminata e silenzi carichi di storia, incastonato nel cuore dei Monti Sibillini. Qui, ogni sentiero racconta un’antica leggenda che si trova sempre in bilico fra fantasia e realtà, così come ogni panorama si apre su un mondo sospeso tra realtà e immaginazione.
Luoghi da non perdere

Giardini pubblici
Nei Giardini pubblici di Montemonaco si possono osservare i suggestivi resti delle antiche mura castellane, testimonianza dell’antico sistema difensivo del borgo. Il parco, immerso nel verde e affacciato sul paesaggio dei Monti Sibillini, offre un luogo di sosta e contemplazione per residenti e visitatori. Passeggiando tra gli alberi e le tracce del passato, è possibile immergersi nella storia e nella quiete del paese.

Chiesa Sant'Andrea
La Chiesa di Sant’Andrea in Altino si distingue per la sua struttura solida in pietrame e il tetto in legno a capanna con capriate a vista. L’interno, con aula rettangolare e abside poligonale voltata, offre uno spazio raccolto e armonioso. La cappella mariana, situata alla sinistra dell’altare, è accessibile tramite un elegante arco a tutto sesto. La facciata, semplice ma accogliente, è caratterizzata da un portico in pietra e una finestra trifora.

Chiesa di San Michele
La Chiesa di San Michele, un edificio romanico di grande suggestione, sorge a circa un chilometro dal centro di Montemonaco, sulla strada che conduce a Montefortino. Oggi sconsacrata, la chiesa risale con ogni probabilità al XIV secolo, come testimoniato da alcuni documenti storici e dalle caratteristiche architettoniche dell’edificio. Di particolare interesse sono l’abside semicircolare, tipica dell’epoca, e l’elegante portale ogivale che impreziosisce la facciata, esempio di raffinata lavorazione lapidea. Immersa nella quiete della campagna marchigiana, San Michele conserva il fascino semplice e austero delle antiche chiese rurali, custodi silenziose della spiritualità e della storia del territorio.
Lago di Pilato
Unico lago naturale delle Marche, il Lago di Pilato si trova a 1941 metri di quota, nel territorio del comune di Montemonaco, incastonato tra le cime più alte dei Monti Sibillini. Di origine glaciale, sorge in una tipica valle a U ed è alimentato solo dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni. A seconda del livello dell’acqua, il lago può sembrare formato da due specchi d’acqua distinti o uniti a formare un paio di occhiali, mentre nei periodi in cui le precipitazioni sono scarse può addirittura prosciugarsi del tutto. Solo qui è possibile trovare un minuscolo crostaceo, il Chirocephallelus Marchesoniim, scoperto nel 1954 da Vittorio Marchesoni, capace di vivere e adattarsi a condizioni ambientali estreme. Avvolto da un’aura di mistero, il lago deve il suo nome alla leggenda secondo cui il corpo di Ponzio Pilato, governatore di Gerusalemme, sarebbe stato trascinato fin qui su un carro trainato da bufali, e poi gettato nelle sue acque. Intorno a questo luogo sono fiorite nei secoli storie di magia e riti oscuri: si racconta che la Sibilla vi celebrasse i suoi rituali e che maghi e negromanti consacrassero ai demoni del lago i propri libri di magia nera. Anticamente era chiamato anche Lago della dea Nortia o Averno e considerato uno degli accessi agli Inferi.

Grotta della Sibilla
La Grotta della Sibilla si trova a 2150 metri di altitudine, nei pressi della vetta del Monte Sibilla, ed è accessibile solo a piedi. Legata al mito della Sibilla Appenninica, era ritenuta l'ingresso al suo regno sotterraneo. La leggenda, divulgata anche nel romanzo del Guerrin Meschino, ha ispirato racconti e studi per secoli. Dal 1420, con il resoconto di Antoine de La Sale, la grotta ha attratto esploratori, studiosi e speleologi. Nonostante frane e crolli ne abbiano compromesso l’accesso, numerose spedizioni tra XIX e XX secolo hanno tentato di esplorarla. Le indagini più recenti, tra il 1997 e il 2000, confermano tramite georadar la presenza di un vasto complesso ipogeo. La grotta resta oggi un importante simbolo tra storia, mito e identità culturale dei Monti Sibillini.
